Ambiente grafico: in cosa consiste?

14 Maggio, 2011 (15:46) | Linux | By: sargonsei

Chiunque abbia avuto a che fare con Linux, ha sentito parlare dell’Ambiente Grafico, detto anche “Desktop”, e sa che ha a che fare con GNOME, KDE, LXDE, XFCE, ma non sempre sa esattamente cosa sia.
Proverò a spiegarlo con parole che forse faranno inorridire i programmatori, ma che sicuramente faranno capire a chi si avvicina a Linux cosa sia un Ambiente Grafico, e come scegliere quello più adatto al proprio PC.

Linux è un Sistema Operativo che, inizialmente, comunicava con l’utente unicamente attraverso comandi scritti sullo schermo da tastiera; sebbene al giorno d’oggi ciò sia una rarità per i Personal Computer, prima che venisse ideato Microsoft™ Windows®, questa era la regola per quasi tutti i PC.
La Microsoft™, prima affiancò Windows® al MS DOS®, poi, a partire da Windows95®, ideò dei S.O. che, per funzionare, non avevano bisogno del DOS, ma, per non perdere la maneggevolezza consentito da quest’ultimo, consentivano comunque l’esecuzione dei comandi DOS impartiti da tastiera in un apposito terminale. Linux invece, non ha mai abbandonato la struttura iniziale, e continua ad essere composto di quattro parti: il S.O. vero e proprio, l’ambiente grafico, le applicazioni, ed il Kernel (mi perdonino i più esperti se, in questo intervento, non parlerò di quest’ultimo).

In altre parole, l’ambiente grafico, che in altri S.O. Assolve anche le funzioni di Sistema Operativo, su Linux continua a fare solo ed esclusivamente l’ambiente grafico, cioè permette all’utente di controllare il PC ed avviare applicazioni con un semplice mouse. Anche se ciò, da chi critica Linux, è considerato una dimostrazione dell’arretratezza di Linux, chi concorre a “creare” Linux ritiene che la separazione delle funzioni consenta una maggiore modularità e, quindi, riduca le conoscenze necessarie per lavorare sul SO vero e proprio e sull’ambiente grafico, cosa di non poco conto, se si pensa che Linux è portato avanti, in massima parte, da dei volontari!
All’interno della medesima distribuzione di Linux, è spesso possibile scegliere fra vari ambienti grafici; i più diffusi sono GNOME e KDE, ma ne esistono anche altri, spesso e a torto bistrattati dagli stessi utenti di Linux.
Ogni singola distribuzione di Linux, ha in comune con le altre il NUCLEO (non saprei in che altro modo chiamarlo) del Sistema Operativo GNU/Linux, e l’Ambiente Grafico; entrambi possono essere personalizzati, dando così un aspetto differente a differenti distribuzioni di Linux. L’utente può infine personalizzare la propria distribuzione di Linux aggiungendo o togliendo applicazioni, e/o settando opportunamente l’interfaccia grafica.

Veniamo al sodo!
Come ho già spiegato, l’ambiente grafico permette all’utente di controllare il PC ed avviare applicazioni con un semplice mouse. Se noi, spostando il mouse sull’icona del menù principale, vediamo comparire il menù principale e, spostando il mouse su una qualsiasi delle voci delle voci del menù principale, vediamo comparire altri menù secondari -e così via fino a quando compaiono i nomi delle applicazioni che possiamo avviare semplicemente posandoci sopra il puntatore del mouse e cliccando col tasto sinistro del mouse-, lo dobbiamo all’ambiente grafico. La velocità con cui un’azione del mouse è trasformata in un comando, è normalmente detta REATTIVITÀ dell’ambiente grafico.
Quando noi compiamo l’operazione appena descritta, ciò che vediamo esattamente dipende da quale ambiente Grafico stiamo usando, e come quest’ultimo è stato personalizzato, nonché (ma questo è ovvio) dalle applicazioni in quel momento disponibili su quel PC.

Il KDE è caratterizzato da un’elevata reattività, associata ad un aspetto assai curato e, dal KDE4.1 in poi, dai plasmoidi (oggetti strani che svolgono funzioni più o meno utili).

GNOME ha senz’altro pari reattività, associata ad un aspetto sicuramente altrettanto gradevole, ma con meno finezze e senza plasmoidi, cosa che permette a Linux con GNOME di essere un pizzico più leggero rispetto a Linux con KDE. Infatti, essendo meno ricco di particolari, per far comparire un menù, devono essere eseguite meno istruzioni, cosa che -in teoria- corrisponde ad una maggiore velocità rispetto ad un ambiente grafico che, per fare la stessa cosa, deve eseguire un maggior numero di operazioni.

In pratica, coi PC attualmente in commercio (spesso superdotati di memoria RAM e dotati di processori con potenze di calcolo fino impensabili sino a qualche anno fa), la maggior reattività di GNOME è spesso compensata dall’hardware del PC e dalla scarsa reattività degli utenti, così la scelta fra GNOME e KDE è più che altro una questione di gusti personali.

Quando si ha a che fare con un PC assai datato -quindi dotato di poca RAM e di un processore obsoleto-, chi è scontento di KDE è scontento anche di GNOME. In questo caso, è opportuno utilizzare ambienti grafici in grado di far comparire un menù eseguono MOLTE meno istruzioni, quindi visibilmente più leggeri, anche se meno curati. Ultimo nato di questo genere di ambienti grafici, è senz’ombra di dubbio LXDE, un ambiente grafico sicuramente assai reattivo, ma molto spartano.

Le applicazioni.
In genere, ogni ambiente grafico ha le sue applicazioni, ma ogni applicazione può funzionare dentro a qualsiasi ambiente grafico, purché dotata di tutti i “pacchetti” da cui dipende. Inoltre esistono applicazioni trasversali; ecco quindi che, per la videoscrittura, GNOME e LXDE usano AbiWord (un programma di videoscrittura che, per funzionare, si appoggia alle librerie GTK), mentre KDE usa Koffice (un programma di videoscrittura che, per funzionare, si appoggia alle librerie QT); tuttavia, è sempre possibile usare Koffice su GNOME ma, in questo caso, dovremo installare sul nostro PC anche le necessarie librerie QT, e non possiamo fare a meno delle librerie GTK perché le usa l’ambiente grafico! Inoltre è possibile usare Writer di OpenOffice.org, un programma che, per funzionare, utilizza proprie librerie.
É quindi abbastanza intuitivo il fatto che: usare una applicazione studiata per ambienti grafici diversi da quello in uso, sebbene possibile, riduce la reattività dell’intero sistema, cosa della quale ce ne possiamo fregare se abbiamo un PC potente, ma ne dobbiamo tener conto se usiamo Linux su un PC particolarmente datato.

Per esempio: potrebbe essere che abbiamo un PC con Linux e Ambiente grafico GNOME (o KDE) che ci soddisfa pienamente, sino al giorno in cui, stufi di usare AbiWord (o Koffice), decidiamo di installarci sopra OpenOffice.org oppure un’applicazione per la videoscrittura studiata per un altro ambiente grafico. A questo punto, il nostro PC, quando usiamo il nuovo programma di videoscrittura, non ci soddisfa più. Quando ciò avviene, abbiamo tre scelte possibili:
1) Utilizzare solo ed esclusivamente programmi studiati sull’ambiente grafico in uso.
2) Installare Linux con un ambiente grafico più leggero (es. LXDE).
3) Applicare entrambe le soluzioni anzidette.
La terza è senz’altro la soluzione più efficace.
Per chi rincorre elevate prestazioni, è sconsigliato usare un programma creato per funzionare con un ambiente grafico diverso da quello in uso.